Aziz Abu Sarah e Maoz Inon sono due attivisti e imprenditori, uno palestinese e l’altro israeliano, che credono fermamente nel dialogo fra i popoli e nella possibilità di usare il turismo come uno strumento per avvicinare le comunità e costruire la pace. Continuano a impegnarsi in questa direzione nonostante conoscano entrambi molto bene quanto dolore può causare un conflitto. Abu Salah e Inon sono infatti accomunati dall’aver perso dei familiari nella tragedia che da decenni colpisce la Terra Santa.
Abu Sarah è nato in Cisgiordania nel 1980. Attivista e imprenditore, è specializzato nella risoluzione dei conflitti e nello sviluppo del turismo. Ad oggi, ha realizzato iniziative di educazione trasformativa e pace in più di 65 paesi, tra cui Afghanistan, Siria, Israele e Palestina. È Cofondatore di InterAct International ed ex direttore esecutivo del Centro per le religioni mondiali, la diplomazia e la risoluzione dei conflitti presso la George Mason University. Per Abu Sarah l’attivismo è stata una scelta precisa: all’età di dieci anni il fratello dell’imprenditore, che aveva 19 anni, è morto a causa delle ferite interne che gli erano state inflitte nel carcere israeliano, dove era stato arrestato per il sospetto di aver tirato delle pietre. Dopo anni in cui l’unica strada possibile gli era sembrata quella della vendetta, Abu Saleh ha cambiato visione, progetto di vita: ha iniziato a studiare l’ebraico e, poi, a lavorare e ad investire nella costruzione di ponti fra le comunità. Gestisce Mejdi Tours, compagnia turistica e progetto sociale, insieme al cittadino ebreo statunitense Scott Cooper.
Inon, nato in un kibbutz nel deserto del Negev nel 1975, è il pluripremiato fondatore di numerose iniziative turistiche in Israele e nel Medio Oriente, tra cui Jesus Trail, Fauzi Azar Inn e Abraham Hostel and Tour. I suoi genitori sono rimasti uccisi nell’attacco che Hamas ha condotto il 7 ottobre in territorio israeliano. Da quel momento, nonostante la profonda sofferenza, Inon si è fatto una delle voci più forti e insistenti a favore della pace fra israeliani e palestinesi.
I due imprenditori si sono incontrati durante un Ted Talk che si è tenuto a Vancouver il mese scorso, nel pieno dell’invasione israeliana di Gaza che ha seguito il 7 ottobre e che ha causato la morte di quasi 35mila persone e lo sfollamento dell’intera popolazione della Striscia. «Tutte le lacrime che ho pianto – ha detto Inon durante quel colloquio – hanno curato il mio corpo e poi sono cadute nel terreno, lo hanno purificato dal sangue e lo hanno reso di nuovo meraviglioso. È in quel momento che ho visto il cammino per la pace e la riconciliazione». Abu Sarah ha riportato nella sua testimonianza: «Quando mio fratello è morto ero arrabbiato e volevo vendetta, avevo dieci anni e non mi sembrava ci fosse altra scelta (…). Ma la scelta c’è sempre, a prescindere da quello che fanno gli altri. La scelta è sempre mia. Allora non ho voluto più vendetta, quando l’avevo desiderata mi ero reso schiavo di chi aveva ucciso mio fratello»
Le testimonianze di Abu Sarah e Inon troveranno spazio in Arena di Pace, l’incontro dei movimenti popolari con Papa Francesco che si svolgerà a Verona il 18 maggio. I due attivisti prenderanno parte alla grande assemblea della società civile prevista nella fiera della città scaligera il 17 maggio e il giorno dopo, in Arena, saranno fra i portavoce del tavolo Lavoro, economia e finanza, facilitando il dialogo fra Santo Padre e movimenti.