Vanessa Nakate, nata a Kampala nel 1996, è un’attivista per il clima ugandese, fra le principali portavoce della rete internazionale ambientalista di studenti Fridays for future. Ha fondato il movimento RISE UP 4 CLIMATE JUSTICE e il progetto Vash GreenSchools. Il primo è un collettivo per la giustizia climatica, che promuove un approccio intersezionale e una richiesta di radicale cambio dell’attuale paradigma economico, ritenuto il principale responsabile della crisi climatica. La seconda è un’iniziativa portata avanti dall’organizzazione cristiana Tard Foundation per l’installazione di pannelli solari nelle scuole rurali dell’Uganda.
Nel 2020 le Nazioni Unite hanno nominato l’attivista “Giovane leader per gli obiettivi di sviluppo sostenibile” mentre l’anno successivo la rivista Time l’ha inserita nella lista “Time100Next”, dedicata ai giovani leader emergenti.
Laureata in economia aziendale alla Makerere University della capitale ugandese, la traiettoria di attivismo di Nakate inizia fra il 2018 e il 2019, con il rilancio degli scioperi per il clima avviati in Europa dall’attivista svedese Greta Thunberg. Inizialmente da sola, o accompagnata dai fratelli o da pochi altri studenti, organizza sit-in in diverse zone di Kampala e anche davanti al parlamento ugandese. Nakate decide di mobilitarsi anche dopo aver parlato con alcuni esponenti della sua famiglia che in prima persona hanno sperimentato gli effetti della crisi climatica, come ad esempio le rovinose conseguenze sull’agricoltura di inondazioni e le ondate di calore.
Gli scioperi prendono man mano sempre più piede. L’attivista ugandese viene invitata a numerosi incontri internazionali, dalla Cop26 del 2021, a Glasgow, fino alla conferenza internazionale Stockholm+50, organizzata dall’Onu nel 2022.
Questi grandi appuntamenti internazionali diventano delle occasioni per dire ai potenti della terra le cose come stanno, con uno stile sempre diretto, chiaro. «Naturalmente, l’idea che paesi, multinazionali e investitori si impegnino in un’azione drastica e immediata per ridurre le emissioni di gas climalteranti sarebbe molto gradita. Ma siamo onesti. Siamo già stati qui», dice nella città scozzese davanti a una platea gremita di leader mondiali. «Ci sono state 25 COP prima di questa. E ogni anno, i politici arrivano a queste negazioni climatiche con una serie di nuovi impegni e promesse, e mentre ogni COP va e viene, le emissioni continuano ad aumentare. Quest’anno non sarà diverso. Nelle promesse, ci stiamo affogando».
L’impegno di Nakate sarà una delle stelle polari di Arena di Pace, il grande incontro dei movimenti popolari con Papa Francesco che si svolgerà a Verona il 18 maggio. L’attivista prenderà parte alla grande assemblea della società civile prevista nella fiera della città scaligera il 17 maggio e poi il giorno dopo, in Arena, sarà fra le portavoce del tavolo Ecologia integrale e stili di vita, facilitando il dialogo fra Santo Padre e movimenti.